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Sindrome femoro-rotulea e condropatia: cause e rimedi

2 Aprile 2019
Sindrome femoro-rotulea - Dott Davide Bertolini

La rotula è un piccolo osso dalla forma triangolare posto nella parte anteriore del ginocchio. Può essere considerata il naturale moltiplicatore della forza muscolare del quadricipite ma quando il suo movimento non avviene in maniera corretta, il rischio di lesioni all’articolazione è elevato. È la sindrome femoro-rotulea e ce ne parla il dottor Davide Bertolini <primario… pressso>

 

«Nella mia lunga esperienza di ortopedico – spiega il dottor Bertolini – ho avuto modo di vedere quanto sia delicato l’equilibrio che governa il movimento della rotula e quali siano le conseguenze di una lesione della sua cartilagine. Oggi, in caso di lesioni della cartilagine, anche in regione femoro-rotulea, le opzioni terapeutiche sono numerose, e la soluzione chirurgica viene sempre più soppiantata da terapie conservative. In particolare, la più innovativa tra le terapie deriva dalla medicina rigenerativa che con le cellule staminali mesenchimali e il gel piastrinico arricchito (PRP) offre una nuova arma nella lotta alle lesioni delle cartilagini».

 

La rotula e le sue funzionalità

La rotula, oltre a fornire protezione agli elementi interni del ginocchio, svolge una funzione fondamentale nel dirigerne il movimento. Collega, grazie a due robusti tendini, la tibia al muscolo quadricipite della coscia e ne moltiplica la forza nelle fasi di estensione della gamba. Scorre all’interno di un incavo posto nella terminazione inferiore del femore (troclea femorale), e riesce a compiere i suoi movimenti grazie all’accoppiamento di due cuscinetti cartilaginei, posti sulla sua superficie interna e su quella terminale del femore. A mantenerla in sede durante il movimento serve l’azione contenitiva del muscolo e del tendine femorale, oltre ai legamenti chiamati alari (mediale e laterale).

 

La sindrome femoro-rotulea: significato e cause

Quando la rotula, nel suo movimento, si sposta di lato, l’attrito tra le superfici cartilaginee aumenta e lo sfregamento che ne consegue può portare a un precoce deterioramento dei tessuti connettivi. Lo spostamento della rotula può avere diverse cause:

 

congenite

  • rotula eccessivamente alta
  • troclea femorale poco contenitiva
  • ginocchia valghe, rivolte all’interno
  • piede pronato (con tallone reclinato verso l’interno)
  • tendine rotuleo eccessivamente lateralizzato
  • insufficiente azione di uno o di entrambi i legamenti mediali
  • scarsa robustezza del muscolo quadricipite

o esterne

  • eccessivo affaticamento
  • sessioni sportive estremamente pesanti (es. nella pallavolo)
  • traumi
  • scompensi articolari dovuti a rottura dei legamenti

 

Sintomi e diagnosi

i principali sintomi della sindrome femoro-rotulea sono:

  • dolore nella parte anteriore del ginocchio (generalmente nelle fasi di estensione della gamba) che aumenta nei momenti di massimo sforzo
  • instabilità dell’articolazione
  • blocco del ginocchio in fase di flessione

La diagnosi avviene in due fasi: prima con un esame visivo scolto da un medico in maniera da comprendere la struttura dell’articolazione in modo da escluderne difetti morfologici ed in seconda battuta compiendo esami diagnostici e strumentali (Rx, TC e Risonanza magnetica)

 

Trattamento

Il trattamento della sindrome femoro-rotulea varia a seconda dei casi: in persone con una conformazione della troclea femorale troppo aperta o non adatta a contenere in maniera stabile la rotula, l’intervento chirurgico è essenziale ma negli altri casi, l’approccio conservativo è preferibile e si concretizza con:

  • esercizi e fisioterapia per irrobustire le fasce muscolari che svolgono l’azione direttiva e contenitiva sulla rotula
  • in caso di dolore, l’uso di antidolorifici
  • infiltrazioni di acido ialuronico

Da alcuni anni, la medicina rigenerativa ha affiancato le normali terapie per la sindrome femoro-rotulea con l’impiego delle cellule staminali mesenchimali(MSC) e il gel piastrinico arricchito(PRP).

Le MSC sono cellule immature e indifferenziate in grado di trasformarsi, grazie a un procedimento di intelligenza biologica, nello stesso tipo di cellule con le quali vengono in contatto. Presenti sia nel grasso corporeo che nel midollo osseo, queste vengono prelevate, in genere, mediante liposuzione dallo stesso paziente che le riceverà, e per questo viene detto anche grasso autologo. Una volta estratte, le MSC vengono infiltrate nel ginocchio affetto da sindrome femoro-rotulea e il loro effetto sulle cartilagini sarà rigenerativo. Un principio analogo è alla base dell’utilizzo del PRP, una sostanza gelatinosa ricca di “fattori di crescita” ottenuta mediante raffinazione del sangue autologo da prelievo venoso della persona da trattare. Grazie alle MSC e ai fattori di crescita del PRP, è possibile stimolare la crescita di nuove cellule mature e differenziate tanto nelle aree cartilaginee lesionate quanto in altre zone del corpo ritardando o, in alcuni casi, scongiurando l’intervento chirurgico.

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